Musico-terapia?

Da qualche tempo siamo entrati in contatto con degli operatori che utilizzano il metodo Gordon per l’apprendimento della musica. Quando raccontiamo di che cosa si tratta ci viene suggerito che sembra essere una sorta di musicoterapia.

music kids

Il presupposto fondamentale della teoria di Gordon sta nell’assunto che la musica può essere appresa secondo gli stessi meccanismi di apprendimento della lingua materna.
Tutti noi abbiamo vissuto cinque anni pieni di apprendimento informale del linguaggio passando dall’assorbimento e dall’emissione dei primi fonemi, fino ad arrivare alle parole intorno al primo anno di vita. Nessuno dà lezioni di lingua ai bambini, nessuno pretende risultati immediati. Soltanto quando il bambino si esprime nella sua lingua in modo chiaro e con una grande abbondanza di parole (a 6 anni, infatti, ha già un vocabolario attivo di circa 13.000 parole e uno passivo molto più ampio) si inizia l’istruzione formale: la lettura e la scrittura.
Le ricerche di Gordon, dimostrano che l’attitudine musicale, innata in ogni individuo, si sviluppa nei primi anni di vita a contatto con l’ambiente musicale in cui si vive. Ed è la qualità di questo ambiente ad influenzare il potenziale di apprendimento musicale del bambino in modo evidente nei primi tre anni di vita e via via in modo minore fino ai nove anni di età circa, momento in cui il potenziale si stabilizza. (Cfr. E. E. Gordon, Developmental and Stabilized Music Aptitudes, further evidence of the duality, Chicago, 2002, GIA publications).
Il percorso di apprendimento che segue il modello di Gordon prevede canzoni e canti ritmici in tutti i modi e i metri possibili fin dall’inizio e l’uso della voce e del corpo in movimento. Si tratta di una metodologia che si focalizza nei concetti di guida informale ed educazione più che di insegnamento.

L’esperienza che risulta è che si tratti di uno spazio dove si cresce accompagnati dalla musica e dove la musica è comunicazione semplice e viscerale. In questo senso, se consideriamo la parola terapia nella sua accezione più antica (dal greco therapeìa), ossia “aver cura” e non curare, si tratta di musico-terapia: prendersi cura dei piccoli e accompagnarli alla scoperta delle loro risorse.

Crediamo che qualsiasi terapia e qualsiasi operatore che faccia terapia debba prima di tutto prendersi cura dell’altro.

Fallo sapere in giro

Da non perdere

Accreditati dalla Regione Toscana

per la certificazione dei DSAp